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Felice Tosalli Animali di un altro sogno

Felice Tosalli Animali di un altro sogno

Da un'idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Alfonso Panzetta con Beatrice Avanzi

Felice Tosalli (1883-1958) è stato il più importante esponente della scultura animalista in Italia, interpretata secondo un gusto elegante, fiabesco e spesso carico di tenerezza. Nella produzione animalista l’artista si mostra originale e unico, senza paragoni in Europa, al punto che oggi la critica lo considera il più singolare degli animalisti italiani per l’utilizzo del legno delicatamente acquerellato, per la sua conoscenza dell’anatomia comparata e per la sua empatia. Dopo essersi formato all’Accademia di Belle Arti di Torino, dal 1904 al 1907 soggiorna a Parigi dove frequenta assiduamente lo Zoo e il Museo di Storia Naturale del Jardin des Plantes. Rientrato a Torino, comincia a esporre i suoi lavori dedicati al regno animale riscuotendo l’interesse del collezionismo italiano e internazionale. L’artista dà prova di grande competenza nel disegno e di una elevata capacità tecnica nella scultura lignea, spesso rifinita ad acquerello per ottenere un maggior realismo. Negli anni Venti e Trenta, partecipa a quella che possiamo chiamare “l’età d’oro” dell’animalismo italiano, un’epoca in cui i libri di Rabindranath Tagore, Emilio Salgari, Rudyard Kipling e Romain Rolland, con le loro narrazioni di terre esotiche e lussureggianti, influenzano gli artisti. La natura è vista come un luogo incontaminato dove l’umanità ritrova la propria virtù morale. Nelle opere dell’artista torinese, inoltre, si nota una particolare attenzione per i cuccioli delle varie specie, rappresentati con una tenerezza e un’empatia che sembrano preludere all’antropomorfismo dei film che Walt Disney, a partire dagli anni Quaranta, porterà sul grande schermo. Quando, invece, tratta soggetti letterari, mitologici, religiosi, come anche nella produzione grafica e pittorica, Tosalli si avvicina al Simbolismo mitteleuropeo e, in particolare, allo stile delle Secessioni. Alla magica sospensione temporale che caratterizza queste opere si aggiunge il sapore di atmosfere derivate dal mondo egizio, greco o di antiche civiltà orientali. A partire dal 1928, l’artista si dedica anche alla produzione di ceramiche ricche di riferimenti a eleganti modelli internazionali, collaborando dapprima con la ditta piemontese Lenci e in seguito con Rosenthal & C. e con Ceramiche d’Arte Campionesi. Già nota negli ambienti del collezionismo e delle arti applicate, la figura di Tosalli viene finalmente valorizzata anche dagli storici e dai critici grazie alla pubblicazione di alcune considerevoli monografie, alla pubblicazione integrale del suo archivio privato, dichiarato di importante interesse storico e confluito nell’Archivio di Stato di Torino, e all’acquisto di alcune sue ceramiche da parte dei Musei Reali di Torino. Nella mostra che gli dedica il Mart, a cura di Alfonso Panzetta con Beatrice Avanzi, l’opera di Tosalli è rappresentata in un allestimento tematico. Se le sculture lignee e i celebri animaletti la fanno da padrone, non mancano le raffinate porcellane, i disegni a matita e gli acquerelli.



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