Un percorso durato tre anni che attraverso l’applicazione di tecniche finalizzate alla protezione dell’ambiente e al mantenimento del paesaggio, ha consentito il recupero e la salvaguardia di oltre 1.500 piante nel sito archeologico delle "grotte di Catullo". Questo importante sito archeologico si trova in un’eccezionale posizione panoramica, e in essa sono conservati i monumentali resti del più grande e lussuoso edificio privato di età romana di tutta l’Italia settentrionale. Conosciuta con il nome di “grotte di Catulloâ€, a causa dell’aspetto dei suoi resti un tempo seminascosti dalla vegetazione, la villa fu costruita tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. e abitata almeno fino a tutto il II secolo d.C. L’antico oliveto è stato recuperato nel 2011: gli olivi, a lungo abbandonati, ora sono fruttiferi. Il progetto è stato portato a termine dell’AIPOL, Associazione Interprovinciale Produttori Olivicoli Lombardi con il contributo della Comunità Europea e dell’Italia.
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